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Gul Meena, Kabul

Pubblicazione: 1 Gennaio 2023

Gul ha 45 anni, molti in Afghanistan, dove l’aspettativa di vita per le donne non supera i 45. Vive a Kabul. Ha un marito molto anziano che non è in grado di lavorare.
Nonostante questo, non potendo avere figli, ne ha adottati due, un maschio e una femmina, ed è, per loro, una madre amorevole.
Gul manteneva la famiglia con il suo lavoro in un orfanotrofio di Kabul. Lavorava sodo, facendo le pulizie e lavando i panni dei bambini. Ha sempre sofferto di una forma di asma che, purtroppo, ultimamente, è molto peggiorata, tanto che è stata costretta a lasciare il lavoro.
È in grande difficoltà e non ha soldi per potersi curare. Il marito ha un piccolo appezzamento di terreno nel quale la nipote coltiva delle verdure che poi vende al mercato.
Questo permette loro di mangiare ma non a lei di curarsi per poter riprendere il lavoro. Hawca chiede di sostenerla per le cure mediche. La sua salute è importante per lei ma anche per tutta la sua famiglia.

Aggiornamenti

Quando Gul sa di avere accanto Elisa e la sua famiglia è davvero felice. Potrà curarsi e ricominciare la sua vita normale, lavorando come prima. Tutta la famiglia, il marito anziano e i due figli adottati sono sulle sue spalle e, senza l’aiuto di Elisa, non saprebbe che fare. La situazione dei suoi polmoni continua a peggiorare e viene ricoverata in ospedale.
Elisa, che conosce bene la malattia di cui soffre Gul, propone di farle avere dei farmaci migliori. Va a Kabul, per seguire un suo progetto e le porta i farmaci più nuovi di persona, incontrandola all’ospedale. Un incontro molto emozionante. Gul è davvero felice di poterla abbracciare. Con le nuove medicine sta molto meglio, riprende un po’ a lavorare e continua a curarsi. I suoi figli vanno a scuola e si impegnano molto, hanno ottimi voti e questo le dà molta speranza per il futuro.

Aggiornamento gennaio 2023

Gul Mina ricorda molto bene la gentilezza e l’affetto della sua sponsor quando si sono incontrate a Kabul. Lo ricorda con grande felicità. Dice: “Nonostante io sia ancora malata e debba curarmi con una terapia di lungo termine, fortunatamente mio figlio, che è andato in Francia, è stato accolto e adesso può lavorare e riesce anche a studiare. Questo per me è una grande gioia. Può mandarci ogni mese il denaro per le nostre spese. Io ti ringrazio dal profondo del cuore per il tuo sostegno e sono felice che tu abbia curato le mie ferite in tutti questi anni e che tu abbia sempre aiutato me e la mia famiglia. Il tuo aiuto mi ha dato la speranza e sono stata in grado di accudire i mei figli e di continuare la mia vita. Se tu non mi avessi aiutato, io forse adesso non sarei viva. Amo tanto la mia sponsor e spero di poterla di nuovo incontrare da vicino, se dovesse tornare in Afghanistan. Le mie preghiere sono sempre al suo fianco.”

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Una storia del progetto Vite preziose.

La fotografia è di solo carattere grafico e non rappresenta la donna protagonista della storia. Data la attuale situazione in Afghanistan, per evitare l’identificazione delle donne i nomi sono stati modificati, così come i luoghi dove si svolgono i fatti.

 

 

 

 

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