Sabato 7 ottobre la provincia di Herat è stata colpita da un terremoto di magnitudo 6,3, a cui sono seguite nuove violente scosse; l’ultima l’11 ottobre.
Nel resoconto fornito dal regime talebano, che non ha attivato alcuna forma di soccorso per le popolazioni colpite, nella tragedia sono morte 3000 persone e 10.000 sono rimaste ferite; 1300 case sono state totalmente o parzialmente distrutte. Il rappresentante dell’OMS ha dichiarato che la maggior parte delle vittime sono donne e bambini.
Si tratta di un bilancio molto parziale e destinato a salire; molti villaggi non sono raggiungibili a causa della mancanza di strade e per le frane che hanno chiuso le poche vie di accesso. Nell’area mancano quasi del tutto medici e strutture sanitarie.
La comunità internazionale, concentrata sulla crisi in Medio Oriente, non ha avuto occhi per questa nuova tragedia che colpisce una popolazione ridotta allo stremo da 40 anni di guerre e fondamentalismo.
Le nostre compagne di RAWA e di OPAWC, che da sempre sosteniamo, hanno attivato i loro team medici mobili, che abbiamo visto in azione anche dopo l’alluvione che aveva colpito l’est del paese, nell’agosto 2022. Di seguito la testimonianza di una di loro, che sta organizzando il lavoro:
“I nostri colleghi e le nostre colleghe sono davvero coraggiosi, e stanno lavorando senza sosta. Ci dicono che è come un fronte: non c’è cibo, non c’è acqua, non ci si ferma mai. Tantissimo lavoro e un forte stress mentale. La città di Herat è nel caos, e moltissime persone se ne sono andate; è difficile fare qualsiasi cosa, dal trovare beni necessari ai soccorsi, all’affittare automobili che raggiungano le aree colpite…
Abbiamo saputo che ci sono molte donne che non vogliono lasciare l’ospedale perché hanno perso le loro famiglie e non sanno dove andare. Siamo preoccupate per l’arrivo di nuove scosse…
Le notti sono molto fredde e servono coperte e vestiti pesanti; le vittime sono per la maggior parte i contadini più poveri e gli sfollati che non avevano null’altro che costruirsi un riparo di fortuna dove potevano. È una zona molto arida, perciò manca l’acqua… e ci sono molte donne incinte che devono partorire…
Questo è un disastro naturale, ma la situazione è così grave a causa delle disastrose politiche: i governi passati e il regime in carica non hanno fatto nulla per mettere in sicurezza le aree a rischio, non sono capaci di gestire eventi di questa portata. Ciò che è successo mostra la miseria in cui versa la nostra gente. Il regime talebano non sta facendo nulla e addirittura vuole impedire che le donne vadano a lavorare in aiuto delle popolazioni colpite. Con il governo precedente, i signori della guerra e i politici hanno intascato milioni di dollari di aiuti della comunità internazionale e costruito palazzi per se stessi, rubando i soldi destinati alla povera gente.
Il mondo ora guarda all’Ucraina e a Israele, e così l’Afghanistan è stato completamente dimenticato, anche in questa situazione. Gli ufficiali talebani arrivano nell’area con i loro velivoli e per le vittime del terremoto non ci sono ambulanze che le portino in un ospedale.
Il CISDA sta inviando fondi per finanziare i team medici di OPAWC e RAWA e chiediamo a tutti i nostri sostenitori e sostenitrici di contribuire. Non farli sentire soli, in uno dei periodi più bui della loro storia, è un nostro dovere.
Grazie per quanto ciascuno potrà fare.
Chi volesse contribuire anche con una piccola cifra può farlo con un bonifico sul conto del CISDA, specificando nell’oggetto “DONAZIONE LIBERALE – TERREMOTO AFGHANISTAN”.
BANCA POPOLARE ETICA agenzia via Scarlatti 31 – Milano
IBAN: IT74Y0501801600000011136660