l dittatore turco Erdogan, avallato da Trump e nel silenzio dei paesi dell’Unione Europea, sta inviando truppe e mezzi militari pesanti alla frontiera con la Siria del nord, ha già iniziato a bombardare le postazioni curde nelle zone di Tal Abyad e Tal Tawil, e minaccia di voler occupare il Rojava.
In questo modo si va concretizzando il volere della Turchia, che non vuole permettere che ai suoi confini nasca e prosperi l’unico esperimento al mondo di autogoverno laico, democratico, femminista ed ecologista, capace di unire le popolazioni della regione e avviare un percorso di pace e libertà.
Inoltre, con l’idea di portare 2 milioni di profughi nella Siria settentrionale e orientale, Erdogan vuole cambiare la composizione demografica della regione immettendo migliaia di miliziani ISIS con le loro famiglie, che riporterebbero guerra, caos, oppressione delle donne.
Gli Stati Uniti e le forze internazionali, che hanno usato a loro vantaggio le forze curde nella guerra all’ISIS, oggi voltano loro le spalle lasciando che il disegno di Erdogan si compia e consentendo la pulizia etnica nella regione e la divisione del Medio Oriente secondo i loro interessi politici.
I valori e le conquiste raggiunti in questi anni in Rojava sono frutto, in particolare, della valorosa lotta delle donne che hanno pagato un enorme tributo di sangue per liberare la regione dall’occupazione dei fondamentalisti dell’ISIS.
Sappiamo che queste donne e uomini rivoluzionari, insieme alle popolazioni che oggi abitano il Rojava, saranno uniti per difendere le loro conquiste da questi vili attacchi.
Siamo con tutte e tutti coloro che alzeranno le loro voci e uniranno le loro forze per difendere il Rojava e proteggere i popoli della regione che altro non vogliono che vivere in pace.
Coordinamento italiano sostegno donne afghane (CISDA)