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Autore: Patrizia Fabbri

Comunicato CISDA in sostegno a Eddi, Paolo e Jacopo

Il Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane, oggi presente in aula a Torino per assistere all’ultima udienza contro Maria Edgarda Marcucci, Paolo Andolina e Jacopo Bindi, volontari in Siria per combattere l’ISIS a fianco del popolo curdo sotto attacco di forze fondamentaliste, esprime totale solidarietà e vicinanza alla compagna e ai compagni.

Riteniamo le accuse della PM Pedrotta sintomatiche di una devastante ipocrisia occidentale, per cui da una parte si addita lo Stato Islamico come terrorista e disumano, e dall’altra si mettono alla sbarra giovani che lo hanno combattuto rischiando la loro vita (o perdendola, come nel caso del partigiano Lorenzo Orsetti, che probabilmente se fosse sopravvissuto oggi sarebbe anch’egli alla sbarra).

Come sottolineato dall’avvocato della difesa, un simile assurdo capovolgimento logico è chiaro anche nello sguardo repressivo e parziale con cui sono stati e sono trattati dalla Procura di Torino i cittadini che liberamente e lecitamente partecipano a manifestazioni pubbliche di protesta contro politiche o atti di privati, quelli sì, illeciti.

Se le istituzioni di uno stato almeno formalmente democratico e di diritto decideranno di applicare pesantissime misure restrittive su dei giovani cittadini colpevoli di aver agito in difesa di quei valori democratici che le stesse istituzioni dovrebbero tutelare, allora la situazione della libertà individuale in Italia sarà da considerarsi pericolosamente simile a quella di Stati come la Turchia, dove il dissenso è sintomaticamente represso con ogni mezzo possibile.

La costruzione di una società migliore appartiene a tutte e tutti, ed è ora dovere collettivo mantenere viva l’attenzione sull’ipocrita repressione che stanno subendo Eddi, Paolo e Jacopo.

Alla compagna e ai compagni: non siete soli in questa lotta per la giustizia.

Noi stiamo con chi combatte l’ISIS.

Serkeftin.

Non chiamatemi eroe

Non vogliono essere chiamati eroi. Sono donne e uomini coraggiosi che hanno scelto di difendere in modo nonviolento i diritti umani, l’ambiente, le comunità dai soprusi dei potenti. A tutti i costi. Sono testimoni scomodi, pietre d’inciampo, lottatori pacifici.

I difensori e le difensore dei diritti umani sono persone che – spesso lontano dai riflettori e in aree remote del pianeta – rischiano la vita per proteggere i più deboli, la propria comunità, le minoranze discriminate, i diritti dei lavoratori o magari il fiume sacro alla propria gente. Solo nel 2018 sono stati 321 i “difensori” uccisi nel mondo: eppure sono loro a chiederci di raccontare le loro storie di ostinata resistenza senza retorica.

Nurcan Baysal, giornalista che denuncia le discriminazioni sofferte dai curdi in Turchia, Saydia Gulrukh, attivista che in Bangladesh non si stanca di chiedere un giusto salario e maggiore sicurezza sul lavoro; Veronika Lapina che in Cecenia sfida una cultura retriva per difendere le persone LGBT: Marco Omizzolo che in Italia, nonostante le minacce, rivendica i diritti dei migranti sfruttati.

Persone che non sono rimaste in silenzio e che. in fondo, difendono anche il nostro diritto al futuro, alla bellezza, a un mondo più sicuro, senza guerre e ingiustizie. Con la prefazione di Andrew Anderson.

Le autrici:

Lorena Cotza (Cagliari 1988) lavora nel settore campagne e comunicazione per l’Organizzazione non governativa Front Line Defenders e per “In Difesa Di – Per i diritti umani e chi li difende”, una rete di oltre 50 organizzazioni italiane che si occupano di diritti umani.
In passato, ha lavorato come giornalista freelance e con l’Ong londinese Peace Direct. Ha inoltre trascorso sei mesi in Honduras per un progetto di volontariato.

Ilaria Sesana (Como 1981) è giornalista professionista e videomaker. Ha scritto per diverse testate italiane e internazionali inchieste, approfondimenti e reportage sui temi delle migrazioni e dei diritti umani.
Collabora con LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità e con la campagna “InDifesa” di Terre des Hommes Italia. Dal 2017 nella redazione di Altreconomia, per cui ha scritto “La manutenzione della bicicletta e del ciclista di città”.

Non chiamatemi eroe. Storie di ribellione, resistenza e coraggio. Per difendere i diritti umani, ad ogni costo.
di Lorena Cotza e Ilaria Sesana

Altraeconomia, 2019, pp. 218

 

Kongra Star alle donne italiane che lottano a fianco del Kurdistan

Video inviato da Kongra Star per le donne che in Italia resistono al fianco della rivoluzione delle donne in Kurdistan.

Kongra Star (in curdo Star Congress), fondata nel 2005 con il nome di Yekîtiya Star (in curdo Star Union of Women), è una confederazione di organizzazioni femminili nel Rojava, in Siria. Il nome Stella “si riferisce all’antica dea della Mesopotamia Ishtar, e oggigiorno il nome si riferisce anche alle stelle celesti”. La confederazione è stata determinante nei significativi progressi compiuti nelle relazioni di genere nella regione. Il suo lavoro si basa sull’affermazione che “senza la liberazione delle donne, una società veramente libera è impossibile”.

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