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Autore: Patrizia Fabbri

Il 2022 inizia con una Buona Notizia

Siamo finalmente riuscite a trasferire con successo i fondi raccolti a favore di Revolutionary Association of the Women of Afghanistan – RAWAهمبستگی Solidarity e Humanitarian Assistance for the Women and Children of Afghanistan (HAWCA).

Fondi che andranno soprattutto a portare aiuto agli sfollati e alle famiglie più indigenti, ma anche a tenere in vita i progetti messi in piedi negli anni passati: la cooperativa di donne che coltiva zafferano grazie a Insieme si può e Costa Family Foundation o.n.l.u.s., la protezione di donne vittime di violenza e i corsi di alfabetizzazione per donne (ora necessariamente clandestini), fondamentali per dar loro l’opportunità di conoscere i loro diritti.

Per le attiviste e gli attivisti afghani è stato un anno davvero difficile e molto di ciò che erano riusciti a costruire è stato spazzato via dall’arrivo dei talebani e dalla tragedia umanitaria in corso, con 22 milioni di persone ridotte alla fame.

Eppure non si stanno dando per vinti, continuano la loro lotta e il loro lavoro di base. Noi saremo al loro fianco, come da 21 anni a questa parte.

Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno scelto di darci fiducia e sostenere l’impegno delle nostre compagne e dei nostri compagni!

Afghanistan. Da una confederazione tribale alle crisi contemporanee

Vent’anni dopo Enduring Freedom – l’operazione voluta da George W. Bush nel 2001 per vendicare gli attentati dell’11 settembre -, i talebani sono tornati a Kabul e hanno proclamato la rinascita dell'”emirato islamico”. Come spiegare il fallimento degli Stati Uniti e dei loro alleati e, prima ancora, quello dei sovietici e dei britannici? Il volume intende rispondere a questa domanda ripercorrendo il lungo cammino che ha portato una confederazione tribale a diventare il centro nevralgico di interessi economici e geopolitici regionali e globali.

Afghanistan. Da una confederazione tribale alle crisi contemporanee

di Elisa Giunchi

Carocci, 2021, pp. 184

La situazione degli sfollati afghani nei campi profughi interni

Sono all’incirca due mesi che stanno lì in quelle condizioni, non hanno niente da mangiare, tre bambini sono morti a causa di fame freddo e malattie. “Il responsabile dei rifugiati ci ha tagliato tutti gli aiuti internazionali promettendo di riportarci nelle nostre province” Ma gli sfollati sono ancora qui da più di un mese e nessuno è venuto in loro aiuto, alcuni per sfamare i propri figli vanno a mendicare. “Dall’arrivo degli americani, non c’è stato altro risultato che spargimento di sangue, vittime, povertà e miseria, la morte è meglio di questa situazione”

Grazie!

Care sostenitrici e cari sostenitori,
da due mesi a questa parte abbiamo capito quanto, nei passati venti anni, la nostra piccola associazione sia riuscita a seminare; il nostro impegno nel far sì che l’Afghanistan non venisse dimenticato ha prodotto, allo scoppiare della crisi e alla presa del potere da parte dei talebani, un fiume di solidarietà e di attenzione nei confronti nostri ma soprattutto delle nostre compagne di RAWA e di tutti i compagni e compagne afghani che in questi anni abbiamo testardamente continuato a sostenere e a incontrare, in Italia e nella loro terra.

Questo fiume ininterrotto di solidarietà ha prodotto dozzine di incontri, di interviste, di contatti di cui vogliamo fare tesoro, ma anche, nel concreto, 170.000 euro di donazioni, che stanno crescendo via via che passano i giorni.

Le vostre donazioni andranno a buon fine e saranno destinate:

  • alle nostre compagne di RAWA, che sono rimaste nel loro paese per portare avanti la loro lotta politica e il lavoro di base che hanno sempre fatto, soprattutto con le donne: classi di alfabetizzazione, microcredito, aiuto a fuggire da una situazione di violenza, assistenza medica ai più poveri;
  • ai compagni e alle compagne di Hambastagi che portano aiuto a coloro che sono scappati dalla guerra e che si trovano in campi di sfollati e andranno incontro a un inverno durissimo;
  • alle ospiti della casa per donne maltrattate di Hawca, che oggi sono state messe in luoghi sicuri, in cui non temere altre violenze;
  • alle bambine e ai bambini degli orfanotrofi di AFCECO, anche loro portati in luoghi sicuri, per assicurargli di continuare a vivere con dignità;
  • alle donne che coltivano lo zafferano, che stanno portando avanti il loro lavoro nel campo.

Da parte di tutte noi un grosso grazie per la fiducia che avete riposto in noi; continueremo, per quanto possiamo, a portare attenzione sull’Afghanistan e sulle sue genti, vittime di guerre e fondamentalismi da quarant’anni, e a essere solidali con coloro che hanno deciso di restare e lottare.