Nato il 24 dicembre 1947 nel villaggio di Karz, nella provincia di Kandahar, Hamid Karzai proviene da una famiglia di etnia pashtun, una fra le maggiori sostenitrici del re Zahir Shah e parte dell’influente clan Popalzay.
- Vice Ministro degli esteri nell’esecutivo di Burhanuddin Rabbani dal 1992 al 1994
- Consulente della compagnia petrolifera statunitense UNOCAL dal 1996 al 1999
- Leader tribale popolare in esilio in Pakistan dal 1995 al 2001
- Presidente dell’Afghanistan dal 2001 al 2014
Cosa si dice di lui
Legami con CIA e UNOCAL
Karzai ha stretti legami con la CIA e l’UNOCAL: il servizio di monitoraggio della BBC ha riportato dal quotidiano saudita “Al Watan” l’11 dicembre 2001 che Karzai aveva stretti legami con la CIA fin dagli anni ’80 e aveva lavorato come consulente per la compagnia petrolifera americana Unocal che aveva sostenuto il movimento Taleban e cercato di costruire un oleodotto per trasportare petrolio e gas dalle repubbliche islamiche dell’Asia centrale al Pakistan attraverso l’Afghanistan.
Hamed Karzai e un gruppo dei suoi uomini sono partiti segretamente per l’Afghanistan meridionale l’8 ottobre 2001, 24 ore dopo l’inizio della guerra statunitense. Karzai lo ha fatto in coordinamento con i funzionari statunitensi, con la conoscenza e l’approvazione del Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Donald Rumsfeld e del Direttore della CIA George Tenet. Dal suo ingresso in Afghanistan, Karzai è stato in contatto quotidiano con funzionari della CIA di stanza in Pakistan o nel nord dell’Afghanistan. Attraverso una linea telefonica privata, Karzai informava questi funzionari sulla sostanza dei suoi incontri con i capi e i capi tribali Pashtun, i suoi movimenti e le rotte che avrebbe seguito in modo che le forze statunitensi potessero intervenire per salvarlo se fosse stato attaccato dalle forze talebane.
Secondo un rapporto d’indagine diffuso il 19 ottobre 2009 dalla Commissione per le denunce elettorali (ECC) sostenuta dalle Nazioni Unite, le elezioni presidenziali in Afghanistan sono state oggetto di frodi diffuse. … Complessivamente, sono stati espressi più di 5 milioni di voti. Circa 1,3 milioni di quelle schede sono state invalidate nell’indagine, secondo il conteggio di Democracy International. … Il presidente afgano Hamid Karzai ha dovuto accettare la denuncia della commissione antifrode e ha appoggiato il ballottaggio, che non è avvenuto perché Abdullah Abdullah si è ritirato in quanto temeva che il ballottaggio potesse essere truccato come le elezioni presidenziali. Per questo Hamid Karzai è stato dichiarato Presidente.
Tre famiglie Usa hanno intentato una causa contro il presidente Afghano Hamid Karzai e le sue forze di sicurezza accusandoli di aver tradito i loro figli in occasione dell’abbattimento di un elicottero avvenuta il giorno 6 agosto 2011 in cui hanno perso la vita 30 statunitensi, 17 dei quali erano soldati Navy SEALs. Le tre famiglie accusano Karzai di corruzione per aver ricevuto tangenti dall’Iran per la morte degli statunitensi in servizio. La causa afferma che un gruppo di funzionari afghani, l’Operation Coordination Group, che approva le missioni d’attacco agli statunitensi, ha fatto filtrare dettagli ai talebani. (fonte Afghan Bios)
Corruzione
In un articolo pubblicato domenica 28 aprile 2013 sul New York Times, il giornalista Matthew Rosenberg racconta come gli Stati Uniti abbiano cercato, da più di un decennio, di “comprare” la fedeltà del presidente dell’Afghanistan, Hamid Karzai, con un sistema non propriamente legale e sicuramente non ufficiale. Rosenberg sostiene che la CIA (Central Intelligence Agency) avrebbe consegnato all’ufficio di Karzai, a cadenza mensile, quello che gli afghani chiamano “denaro fantasma”, ovvero denaro di cui non si conosce ufficialmente né la provenienza né la destinazione: lo avrebbe fatto usando diverse modalità di consegna – valigie, zaini, anche sacchetti di plastica – nel tentativo di aumentare l’influenza del governo americano nelle scelte di Karzai. Il New York Times scrive che i pagamenti al presidente afghano vanno avanti dal 2002 (e l’Iran fa lo stesso) (fonte Osservatorio Afghanistan)
Un’indagine di TOLOnews rivela che funzionari governativi di alto livello e il personale che lavora presso l’ufficio del Presidente Hamid Karzai ricevono sostanziosi “pagamenti-incentivo”, fino a raggiungere 7.000 $ al mese. Un’indagine documenta che sono stati spesi 11 milioni di Afghani (corrispondenti a 220.000 US $) in due mesi per 80 dipendenti al Palazzo Presidenziale. Il Ministero della Finanza ha rifiutato di discutere la faccenda e di fornire ulteriori dettagli, ma ha sottolineato che questi “stipendi-premio” sono prevalentemente approvati dal Presidente Karzai. (fonte Osservatorio Afghanistan)
Gli attivisti contro la corruzione e i diplomatici hanno criticato il governo di Hamid Karzai per aver assegnato un appalto petrolifero da 3 miliardi di dollari ad una società gestita da un cugino, a suo tempo incarcerato negli Stati Uniti per traffico di droga.
La Watan Oil and Gas, controllata da Rashid e Rateb Popal, noti cugini del Presidente Karzai, ha vinto il contratto per l’estrazione di petrolio in una joint venture con una società statale cinese. I suddetti cugini sono accusati di aver utilizzato fondi statunitensi, tramite altre società da loro gestite, per pagare la protezione a comandanti talebani.
Dall’indagine emerge che i fratelli utilizzavano un signore della guerra per ottenere protezione e sicurezza, il quale pagava presumibilmente ai Talebani milioni di dollari. Questo “affare” è diventato così una delle maggiori entrate dei ribelli. (fonte Osservatorio Afghanistan)
Diritti umani e civili
Afghanistan, Karzai silenzia un’altra voce scomoda. Nadery – 36 anni, master alla George Washington University, “eroe asiatico” secondo la rivista Time e “giovane leader globale” secondo il World Economic Forum del 2008 – si apprestava a pubblicare uno scottante rapporto a cui ha lavorato per tre anni: un dettagliato documento di mille pagine che prova i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità commessi negli anni ’80 e ’90 dai comandanti mujaheddin che oggi fanno parte del governo Karzai o lo sostengono in parlamento. Con tanto di indicazione di centottanta fosse comuni finora sconosciute.
Qualche dubbio sulla natura della decisione di far fuori Naderi – da anni in prima linea nel denunciare la le frodi elettorali e la corruzione del governo Karzai, gli abusi, i crimini e le appropriazioni indebite di terre da parte dei più potenti funzionari governativi – sorge dal fatto che al suo posto verrà nominato, a quanto pare, un fedelissimo del vicepresidente Muhammad Qasim Fahim: uno dei più potenti signori della guerra afgani, ritenuto responsabile di atroci crimini di guerra. “Questo è un segnale molto chiaro”, ha commentato un diplomatico occidentale al New York Times. (fonte: Osservatorio Afghanistan)
Nella macelleria afghana scocca l’ora anche per i boss del narcotraffico. E’ accaduto al Re dei Signori della droga Ahmed Wali Karzai, fratello più giovane del presidente ucciso stamane (2011).
In un paese dilaniato dalle bombe, il 2 settembre [2012] il presidente dell’Afghanistan, Hamid Karzai, ha proposto al parlamento la nomina di Asadullah Khalid a capo della Direzione nazionale per la sicurezza, i servizi segreti del paese [nomina poi effettivamente confermata, secondo afghan-bios (20120831)].
Khalid è stato governatore della provincia di Ghazni tra il 2001 e il 2005 e della provincia di Kandahar dal 2005 al 2008 ed è in questi due ruoli che è accusato del coinvolgimento diretto o indiretto in crimini di diritto internazionale, tra cui torture e uccisioni illegali. Fedelissimo del presidente Karzai, non è mai stato chiamato a rispondere del suo operato (fonte Corriere della Sera)
Oppressione donne
“Karzai ha fatto un accordo inconcepibile vendendo le donne afghane in cambio del sostegno dei fondamentalisti nelle elezioni del 20 agosto”, ha detto Brad Adams, direttore per l’Asia di Human Rights Watch. “Alla faccia di tutte le credenziali che ha rivendicato come moderato sui problemi delle donne”. “I diritti delle donne afghane vengono violati da uomini potenti che usano le donne come pedine da manovrare per ottenere il potere”, ha detto Adams. “Leggi barbare di questo tipo avrebbero dovuto essere relegate al passato dopo il rovesciamento dei talebani nel 2001, eppure Karzai le ha fatte rivivere e ha dato loro il suo timbro ufficiale di approvazione”. (fonte Human Rights Watch)
….Mentre il Governo Karzai diventava più debole, si rivolgeva sempre più spesso ad alcuni degli elementi più conservatori della società per averne il sostegno. La Legge sullo status personale delle donne sciite (legge sulla famiglia), la più eclatante di una serie di accordi per placare i leader religiosi fondamentalisti e gli ex signori della guerra, contiene molte disposizioni che sono offensive per le donne Promulgando la legge, il presidente ha deluso le speranze che la discriminazione ufficiale e l’oppressione delle donne da parte del proprio governo fosse un ricordo del passato in Afghanistan. Per garantirsi la rielezione…Karzai non solo ha stretto rapporti con i leader sciiti più intransigenti, ma ha anche offerto prospettive di governo a ex signori della guerra e comandanti militari violenti appartenenti a tutti i gruppi etnici
Gli ultimi anni sono stati contrassegnati da una serie di sviluppi preoccupanti, come l’approvazione della Legge sullo status personale delle donne sciite del 2009 avvenuta con il sostegno del parlamento e del presidente Hamid Karzai, omicidi impuniti di leader donne e il consolidamento del potere da parte delle fazioni fondamentaliste al governo, nel parlamento e nei tribunali. Questo mese il presidente Karzai ha cercato di emanare un decreto che avrebbe ridotto il numero di posti riservati alle donne in parlamento – solo l’ultima di una serie di preoccupanti mosse del presidente Karzai per dare la priorità alle richieste delle fazioni conservatrici a scapito delle donne (al momento della stesura la formulazione del decreto non era ancora chiara). Purtroppo, non è più chiaro quale impegno il Presidente Karzai abbia nei confronti dei diritti delle donne (fonte Human Rights Watch).
Traffico oppio
Wali Karzai brillava per la fama nel controllo di traffico di oppio e derivati i cui proventi ampliavano i conti di famiglia. Hamid Karzai sapeva e nascondeva. Gli dava manforte Baaz Mohammad Ahmadi, ministro della lotta (sic) al narcotraffico del suo governo. Il lavoro di Wali era doppiamente sporco. Grazie alle personali milizie disposte nel sud del Paese riusciva a sequestrare ingenti quantità di droga che venivano immesse sul mercato internazionale con la complicità della Cia.
L’Intelligence statunitense è stata la madrina di famiglia quando, durante il governo talebano, i membri erano riparati negli Usa. Wali faceva il ristoratore a Chicago. Al rientro in patria – mentre per Hamid si aprivano ampie prospettive di sostegno che passavano per l’alta politica di Pentagono e Casa Bianca – il fratellino si dedicava al lavoro di basso profilo morale ma di altissimo lucro. Di cui si avvalevano la Cia per la chiusura degli occhi di fronte a simili commerci e affaristi statunitensi. Entrambi ricevevano una profumatissima stecca. (fonte Osservatorio Afghanistan)
Nuove accuse al presidente afgano arrivano da cablogrammi riservati della diplomazia americana, diffusi da Wikileaks e rilanciati dal New York Times. Secondo i report, Karzai, che era stato definito come un uomo “ispirato dalla paranoia”, è più volte intervenuto personalmente per far rilasciare funzionari condannati o accusati di traffico di droga. Il rilascio di prigionieri a opera di Karzai sarebbe cominciato nel 2007 durante il trasferimento dei detenuti dalla prigione di Bagram al carcere nazionale. Nel 2008, il presidente fece rilasciare 104 persone e fino alla metà del 2009 – quando è stato scritto un nuovo cablogramma – ne erano già stati rilasciati altri 45. Karzai, secondo i rapporti diplomatici, avrebbe “perdonato” cinque agenti della polizia doganale per possesso di 124 chili di eroina nascosti su un mezzo governativo fornito dagli Stati Uniti. (fonte Osservatorio Afghanistan)
La sua storia
Hamid Karzai è nato il 24 dicembre 1957 a Karz, nella provincia di Kandahar, pochi chilometri a sud del capoluogo. Suo padre, Abdul Ahmed, era il capo tribù dei Popolzai, di etnia Pashtun Durrani, ed è stato Vice Presidente del Parlamento afghano. Dopo aver frequentato le scuole superiori a Kabul ha studiato Scienze politiche e relazioni internazionali in India, all’università di Shimla, dove è rimasto sino al 1982. Nello stesso anno ha aderito al partito Jahba-e Melli-e Nihat Afghanistan diretto da Pir Sibghatullah Mojaddidi ove gli vennero assegnati incarichi nel settore dell’informazione.
Dopo la caduta del regime filo-comunista di Najibullah (1992), è entrato nel Governo Rabbani come Vice Ministro degli esteri. Alla fine del 1993 è stato arrestato da funzionari del Servizio Segreto (KhAD), diretto da Fahim Khan, per essere interrogato. Poco dopo è riuscito a fuggire in Pakistan da cui è tornato poi a Kabul. Agli inizi del 1994 ha raggiunto Kandahar dove ha appoggiato inizialmente il movimento taliban condividendone l’obiettivo di lottare contro i warlord. Successivamente se ne è distaccato perché non accettava più la loro ideologia estremista e ha svolto un ruolo attivo tra i movimenti di opposizione con base in Pakistan. Contemporaneamente ha seguito un suo percorso professionale lavorando, dal 1996 al 1999, come consulente della compagnia petrolifera statunitense UNOCAL. In tale attività ha collaborato con Zalmay Khalilzad, uno statunitense di origine afghana, attuale rappresentante di Washington all’ONU e in precedenza Ambasciatore a Kabul e a Baghdad. All’epoca la UNOCAL era impegnata, tra l’altro, in un progetto per la costruzione di un gasdotto dal Turkmenistan al Pakistan attraverso l’Afghanistan.
Alla morte di suo padre, ucciso da agenti taliban nel mese di luglio 1999 a Quetta, è diventato il capo della tribù dei Popolai e ha assunto un più deciso ruolo di opposizione al regime del mullah Omar. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, è tornato clandestinamente in Afghanistan su incarico dei Comandi statunitensi per sollevare le tribù pashtun contro il governo e in seguito ha guidato la lotta contro le milizie taliban nella Provincia di Kandahar. Al termine dei lavori della Conferenza di Bonn (26 novembre – 5 dicembre) è stato designato Presidente della Autorità ad Interim, superando Abdul Sattar Sirat (uzbeko) che sembrava favorito, e ha assunto formalmente l’incarico il 21 dicembre dello stesso anno. La designazione di Karzai è stata voluta dagli USA anche per bilanciare il peso della componente tagika dell’Alleanza del Nord nelle nuove Istituzioni. A suo favore ha pesato anche l’amicizia con Zalmay Khalilzad. L’11 giugno 2002, la Loja Jirga d’emergenza ha nominato Karzai Presidente dell’Autorità Transitoria Afghana.
Il 9 ottobre 2004 è stato eletto Presidente della Repubblica Islamica dell’Afghanistan, con le prime elezioni a suffragio universale.
Karzai si è costantemente adoperato per ottenere l’aiuto internazionale indispensabile per la ricostruzione dell’Afghanistan e ha cercato di consolidare le fragili istituzioni del suo Paese mediando tra i diversi gruppi di potere, ma senza opporsi direttamente ai warlord. Ha seguito anche una politica della mano tesa con i taliban e i seguaci di Gulbuddin Hektmayar offrendo loro la possibilità di un reinserimento nella vita civile purché essi siano disposti a riconoscere i principi stabiliti nella Costituzione e ad accettare il Governo democraticamente eletto. Negli ultimi tempi il suo ruolo si è indebolito a causa del deterioramento della situazione di sicurezza e della perdita progressiva del consenso popolare per i gravi ritardi nel processo di ricostruzione del Paese.
Nel 1999 ha sposato Zinat Quraishi, dottoressa, da cui nel gennaio 2007 ha avuto un figlio. Parla sei lingue (pashtu, dari, inglese, urdu, hindi e francese). (fonte Argoriente).
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Dopo la presa del potere dei talebani e la fuga del presidente Ashraf Ghani, Karzai si è detto pronto ad aprire un canale di dialogo con i talebani. Il 26 agosto la Cnn ha riferito che Karzai e Abdullah Abdullah sono agli arresti domiciliari.