Skip to main content

Autore: Patrizia Fabbri

Mujaddedi Sibghatullah

Sibghatullah Mujaddedi è nato a Kabul il 21 aprile 1925 ed è morto il 12 febbraio 2019.

  • Presidente ad interim dell’Afghanistan dal 28 aprile al 28 giugno 1992
  • Presidente della Commissione indipendente per la pace e la riconciliazione dell’Afghanistan nel 2005
  • Presidente della Loya Jirga nel 2003
  • Presidente Meshrano Jirga (camera alta dell’Assemblea nazionale afghana) 2005-2010
  • Riconfermato membro della Meshrano Jirga Membro nel 2011
  • Presidente della Commissione Risoluzione delle controversie nel 2013

Cosa si dice di lui

Dopo la caduta dei talebani nel 2001, Mojaddedi è tornato in Afghanistan dal Pakistan ed è diventato presidente della loya jirga del 2003, l’assemblea che ha approvato la nuova costituzione dell’Afghanistan. Ha causato polemiche definendo pubblicamente Malalai Joya “comunista” e “infedele” dopo il suo discorso, per il quale in seguito si è scusato. Amnesty International ha affermato che Mojaddedi e la leadership della jirga hanno ridotto la libertà di parola all’assemblea, incluso il rifiuto di lanciare un voto sul cambiamento della “Repubblica islamica dell’Afghanistan” in “Repubblica dell’Afghanistan” nonostante abbiano ottenuto abbastanza firme, chiamando pubblicamente i delegati che lo hanno firmato “miscredenti” e “apostati “. (fonte Wikipedia)

“Il nostro popolo sa bene che nel 1992 il Primo Ministro pachistano, Nawaz Sharif, concesse 10 milioni di dollari per mettere in piedi il governo dei Mujahaddin e che Mojadidi distribuì questo denaro ai propri parenti”. (fonte RAWA)

La sua storia

Sibghatullah Mojaddidi è il Pir (titolo onorifico attribuito al leader di una confraternita) della confraternita sufi naqsbandi e una figura della resistenza antisovietica, alla quale ha partecipato alla guida del partito Jahba-e Melli-e Nihat Afghanistan. È nato a Kabul nel 1925 da un’importante famiglia di sceicchi sufi legata alla monarchia ma critica riguardo all’eccessiva occidentalizzazione delle leggi e dei costumi. Dopo aver completato le scuole superiori a Kabul, ha studiato alla facoltà di legge dell’Università al-Azhar del Cairo, dove si è legato ai Fratelli musulmani e si è laureato nel 1953. Tornato in Afghanistan, ha insegnato sino al 1959 in tutti i principali istituti di istruzione della capitale.

I dati biografici di Mohaqqeq sono piuttosto incerti: sarebbe nato intorno al 1955 nei pressi di Mazar-e Sharif (provincia di Balkh). Titolo onorifico attribuito al leader di una confraternita.

È stato tra i primi a protestare per l’avvicinamento del Primo Ministro pro-tempore Daoud ai sovietici e nel 1964 è stato incarcerato per aver progettato un attentato contro Kruscev e Bulganin in visita in Afghanistan. Trascorsi tre anni in prigione, dopo la scarcerazione si è recato in esilio negli USA dove è rimasto dal 1968 al 1970. Nel 1971 ha fondato lo Jamat-e Islami-e ulema-ye mohammdi. Di nuovo in esilio dal 1974, dopo il colpo di stato di Daoud dell’anno precedente, si è rifugiato in Danimarca e in Svezia.

Nel 1978 ha costituito a Peshawar lo Jahba-e Melli-e Nihat Afghanistan, filo-monarchico. Il suo partito era il più piccolo tra quelli che operavano a Peshawar e ciò lo ha posto al riparo da odi e vendette.

Nel mese di aprile 1992 è stato eletto Presidente ad interim dell’Afghanistan e ha ceduto l’incarico nel giugno successivo a Burhanuddin Rabbani. Durante la guerra civile si è alleato con Abdul Rashid Dostum, Gulbuddin Hekmatyar e Abdul Ali Mazari contro l’“usurpazione” del potere da parte di Rabbani. Nel 1995 è stato designato capo del Consiglio supremo di concordia.

Durante il regime taliban ha mantenuto una posizione di basso profilo.

Nel dicembre 2003 ha presieduto la Loya Jirga costituzionale chiamata a redigere e approvare la nuova Carta fondamentale del Paese e nel marzo 2005 è stato posto da Karzai alla guida del Program Takhim-e Solh (PTS – Programma di riconciliazione nazionale), diretto a favorire il reinserimento nella vita politica e sociale del Paese degli esponenti legati ai gruppi eversivi che decidono di rinunciare alla lotta armata. Nel dicembre 2005 è stato nominato membro della Meshrano Jirga di cui è diventato poco dopo Presidente. Nel marzo 2006 è sfuggito a un attentato.

Sibghatullah Mojaddidi era una personalità molto rispettata e dal carattere forte e indipendente. Ha preso più volte posizioni che hanno messo in imbarazzo il Governo, in particolare con le sue richieste di sostituzione dei funzionari corrotti e con le sue accuse all’intelligence pakistana (ISI) di appoggiare i taliban e ad ISAF di non fare quanto possibile per evitare la morte di civili nelle operazioni militari. (fonte Argoriente)

 

Khalid Asadullah

Asadullah Khalid è nato il 10 giugno 1970 da una famiglia pashtun.

  • Governatore della provincia di Ghazni dal 2001 al 2005
  • Governatore della provincia di Kandahar dal 2005 al 2008
  • Ministro degli affari tribali e di confine dal 2010 al 2012
  • Capo della Direzione nazionale della sicurezza (NDS) dal 2012 al 2013
  • Ministro della difesa da dicembre 2018 al 2021
  • Capo del nuovo movimento politico “Omid-i-Saba” da lui fondato nell’agosto del 2018

Cosa si dice di lui

Violazione dei diritti umani

Asadullah Khalid è stato accusato di essere coinvolto in numerose violazioni dei diritti umani. Nel 2009, Richard Colvin, un ex vice ambasciatore canadese in Afghanistan che ha lavorato a stretto contatto con Khalid, ha testimoniato davanti al parlamento canadese che Khalid era direttamente coinvolto nella tortura. Ha detto che Khalid stava controllando una banda criminale e che aveva ucciso persone che si erano messe sulla sua strada.

Nell’aprile 2010, CBC News ha rivelato l’esistenza di documenti governativi canadesi di alto livello che riportavano il coinvolgimento personale di Khalid in gravi violazioni dei diritti umani nella sua prigione privata. Diverse fonti riferiscono che il centro di detenzione privato si trovava sotto la pensione di Khalid mentre era il governatore di Kandahar. I documenti hanno anche mostrato che Christopher Alexander , un alto funzionario canadese che lavora con le Nazioni Unite, ha affermato che Asadullah Khalid aveva ordinato l’uccisione di cinque lavoratori delle Nazioni Unite con i bombardamenti, presumibilmente per proteggere i suoi interessi nella droga.

Graeme Smith di The Globe and Mail ha condotto un’indagine sulla Brigata 888 (un’unità sotto il comando diretto di Khalid) e ha scoperto che il palazzo del governatore di Khalid conteneva centri di detenzione privati. Graeme Smith ha inoltre affermato che i generali canadesi conoscevano la brutale tecnica impiegata per torturare i detenuti in quelle celle. Una fonte afghana ha detto che il palazzo assumeva un operaio ogni poche settimane per applicare vernice fresca alla stanza degli interrogatori. Questo è stato fatto per nascondere il sangue sui muri. La fonte ha anche segnalato la presenza in città di altre celle informali gestite da Khalid.

Khalid è stato anche accusato di essere coinvolto in atti di violenza sessuale contro le donne e le ragazze. Human Right Watch ha affermato che esiste una “prova forte” che suggerisce che Khalid fosse coinvolto in atti di violenza sessuale contro donne e ragazze, quando era governatore di Ghazni e Kandahar. Khalid avrebbe minacciato le vittime di conseguenze se avessero detto a qualcuno quello che era successo. (fonte Wikipedia)

Il 29 agosto 2012 il presidente Karzai ha sostituito l’ex capo dell’intelligence Rahmatullah Nabil con un famigerato criminale di guerra, Assadullah Khalid, noto per le torture e le uccisioni di uomini e donne innocenti nel sud dell’Afghanistan. Assadullah Khalid possiede una milizia criminale, nota come Brigata 888 e prigioni segrete.

Assadullah Khalid e la sua brigata 888 sono accusati di violazioni dei diritti umani, inclusi stupri e torture, durante il suo governo. Il Canada sosteneva la Brigata 888 e la considerava un alleato fidato che proteggeva gli avamposti canadesi a Kandahar. Il sostegno militare e finanziario del governo canadese ha incoraggiato la Brigata criminale 888 a torturare, stuprare e uccidere i civili a Kandahar. I canadesi che lo sapevano hanno affermato di non aver assistito ad abusi da parte della Brigata 888. Tuttavia, gli afghani comuni chiedono perché l’esercito canadese stesse favorendo i crimini della Brigata 888. Un quotidiano canadese, The Globe, ha riferito che i soldati canadesi “vivevano accanto” al personale della Brigata 888 nel palazzo del governatore a Kandahar, e “ha aiutato ad addestrare gli afgani, che commettevano abitualmente torture”.(fonte RAWA)

Prove credibili di gravi violazioni dei diritti umani e crimini di guerra legati a Khalid lo hanno seguito per tutta la sua carriera nel governo. I rapporti sono venuti alla luce per la prima volta durante il mandato di Khalid come governatore di Kandahar, un tempo in cui migliaia di truppe canadesi avevano sede nella provincia. Un documento ufficiale interno canadese ha descritto le accuse di violazioni dei diritti umani attribuibili a Khalid come ” numerose e coerenti “. Il diplomatico canadese Richard Colvin ha testimoniato a una commissione parlamentare canadese nel 2009 che Khalid ha perpetrato sparizioni forzate e detenuto persone in prigioni private. La testimonianza includeva prove del coinvolgimento personale di Khalid nella tortura dei detenuti. Chris Alexander, un alto funzionario canadese che all’epoca lavorava con le Nazioni Unite in Afghanistan,ha affermato che Khalid ha ordinato l’uccisione di cinque lavoratori delle Nazioni Unite in un attentato sul ciglio della strada a Kandahar nell’aprile 2007.

Ci sono anche forti prove che implicano direttamente Khalid in atti di violenza sessuale contro donne e ragazze quando era governatore di Ghazni e Kandahar. Khalid avrebbe minacciato le sue vittime , dicendo che “sarebbero state uccise e le loro famiglie distrutte se avessero detto a qualcuno cosa era successo”. (fonte Human Rights Watch)

Traffico di droga

Anche Asadullah Khalid è stato accusato di essere coinvolto nel traffico di droga . Kabul Press nel 2009, citando diverse fonti del palazzo presidenziale afghano , descrisse Khalid come “il membro più cruciale di un sindacato di produzione e contrabbando di stupefacenti”. Khaled Monawar, durante il suo mandato come rappresentante permanente dell’Afghanistan presso le Nazioni Unite a Vienna nel 2007, disse che Khalid non aveva alcun piano per sradicare l’ oppio dalla provincia e non era nemmeno interessato a seguire il piano esistente. (fonte Wikipedia)

La sua storia

Haji Asadullah Khalid è nato nella provincia di Ghazni in Afghanistan il 10 giugno 1970 da una famiglia pashtun Taraki Ghilzai. Suo padre prestò servizio come parlamentare durante il regno del re Zaher Shah, mentre nei giorni successivi suo zio divenne un noto comandante di Ittihad-i Islami. Lo stesso Asadullah Khalid divenne affiliato al partito Ittihad e al suo leader Abdul Rab Rasul Sayyaf .

Durante il governo dei talebani (1996-2001), Khalid prestò servizio nella resistenza anti-talebana come parte della fazione Ittihad. L’Afghanistan Analyst Network scrive che Khalid potrebbe aver recuperato “i missili Stinger per conto del capo di Ittihad, Sayyaf”, cosa che potrebbe averlo portato ai primi contatti diretti con la CIA. Il racconto personale di Khalid di quel periodo è che studiò legge in Tagikistan .

Dopo la caduta del regime talebano, Khalid ha lavorato con la direzione nazionale della sicurezza, dipartimento 5, ma poco dopo è diventato governatore della sua provincia di Ghazni, carica che ha ricoperto fino al 2005. Dopo un rimescolamento nel 2005 da parte del presidente Hamid Karzai , Khalid è stato spostato dalla provincia di Ghazni per diventare il nuovo governatore della provincia di Kandahar. In qualità di governatore, ha affermato di credere nel coordinamento degli sforzi internazionali e nazionali per portare stabilità in Afghanistan.

All’inizio del 2007, Asadullah Khalid è sfuggito a un tentativo di omicidio. È stato preso di mira da un attentatore suicida talebano. Il suo corteo è stato distrutto ma è sopravvissuto con solo lievi ferite.

Khalid è stato nominato Ministro degli affari tribali e di confine nel 2008. Nel 2011, oltre ad essere responsabile del Ministero, è stato nominato rappresentante speciale del Presidente nelle province di Loy Kandahar (cioè Kandahar, Helmand, Zabul, e Urozgan). In qualità di inviato fidato del presidente Karzai ed esperto di sicurezza, ha portato in breve tempo stabilità e pace nelle province sudoccidentali.

Nell’ottobre 2011 Khalid è sopravvissuto ad un altro attentato alla sua vita. Un anno dopo, nel settembre 2012, l’Assemblea nazionale dell’Afghanistan lo ha approvato come capo della Direzione nazionale della sicurezza (NDS), che è il servizio di intelligence afghano. È molto simile a quello del Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti (DHS) da cui riceve formazione e supporto.

Pochi mesi dopo, il 6 dicembre 2012, Khalid è rimasto ferito durante un tentativo di attentato talebano a Kabul. L’incidente è avvenuto nella zona Taymeni della città, all’interno di una delle tante guesthouse che NDS utilizza a Kabul per ridurre il rischio di un attacco. Funzionari afgani hanno detto che Khalid aveva bisogno di trasfusioni di sangue, ma il presidente Hamid Karzai ha negato la gravità e ha descritto l’attacco come “un atto di terrorismo codardo”. Zabiullah Mujahid ha confermato che i talebani erano responsabili dell’attacco. I politici in Afghanistan, compreso il presidente e i membri del parlamento, hanno accusato elementi in Pakistan di aver organizzato il tentativo di assassinio di Khalid.

Nel giugno 2013, Khalid è tornato negli Stati Uniti per ulteriori cure mediche dopo che le sue condizioni erano peggiorate per le ferite provocate nel dicembre 2012. Rahmatullah Nabil ha ripreso il ruolo di direttore ad interim dell’NDS dal 31 agosto 2013 mentre Khalid si stava riprendendo. Nabil è stato ufficialmente riconfermato Direttore il 28 gennaio 2015. (fonte Wikipedia)

Nel novembre 2020 viene nominato ministro della difesa ottenendo 206 voti a favore, 17 voti contrari, 15 voti non validi e 8 voti non contrassegnati, ma nel marzo 2021 il generale Yasin Zia annuncia che lo sostituirà  come ministro della difesa ad interim fino al suo ritorno essendo Khalid in cura per una malattia.(fonte Afghanbios).

———–

Non si hanno sue notizie dopo la riconquista del potere da parte dei talebani nell’agosto 2021.

Karzai Hamid

Nato il 24 dicembre 1947 nel villaggio di Karz, nella provincia di Kandahar, Hamid Karzai proviene da una famiglia di etnia pashtun, una fra le maggiori sostenitrici del re Zahir Shah e parte dell’influente clan Popalzay.

  • Vice Ministro degli esteri nell’esecutivo di Burhanuddin Rabbani dal 1992 al 1994
  • Consulente della compagnia petrolifera statunitense UNOCAL dal 1996 al 1999
  • Leader tribale popolare in esilio in Pakistan dal 1995 al 2001
  • Presidente dell’Afghanistan dal 2001 al 2014

Cosa si dice di lui

Legami con CIA e UNOCAL

Karzai ha stretti legami con la CIA e l’UNOCAL: il servizio di monitoraggio della BBC ha riportato dal quotidiano saudita “Al Watan” l’11 dicembre 2001 che Karzai aveva stretti legami con la CIA fin dagli anni ’80 e aveva lavorato come consulente per la compagnia petrolifera americana Unocal che aveva sostenuto il movimento Taleban e cercato di costruire un oleodotto per trasportare petrolio e gas dalle repubbliche islamiche dell’Asia centrale al Pakistan attraverso l’Afghanistan.

Hamed Karzai e un gruppo dei suoi uomini sono partiti segretamente per l’Afghanistan meridionale l’8 ottobre 2001, 24 ore dopo l’inizio della guerra statunitense. Karzai lo ha fatto in coordinamento con i funzionari statunitensi, con la conoscenza e l’approvazione del Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Donald Rumsfeld e del Direttore della CIA George Tenet. Dal suo ingresso in Afghanistan, Karzai è stato in contatto quotidiano con funzionari della CIA di stanza in Pakistan o nel nord dell’Afghanistan. Attraverso una linea telefonica privata, Karzai informava questi funzionari sulla sostanza dei suoi incontri con i capi e i capi tribali Pashtun, i suoi movimenti e le rotte che avrebbe seguito in modo che le forze statunitensi potessero intervenire per salvarlo se fosse stato attaccato dalle forze talebane.

Secondo un rapporto d’indagine diffuso il 19 ottobre 2009 dalla Commissione per le denunce elettorali (ECC) sostenuta dalle Nazioni Unite, le elezioni presidenziali in Afghanistan sono state oggetto di frodi diffuse. … Complessivamente, sono stati espressi più di 5 milioni di voti. Circa 1,3 milioni di quelle schede sono state invalidate nell’indagine, secondo il conteggio di Democracy International. … Il presidente afgano Hamid Karzai ha dovuto accettare la denuncia della commissione antifrode e ha appoggiato il ballottaggio, che non è avvenuto perché Abdullah Abdullah si è ritirato in quanto temeva che il ballottaggio potesse essere truccato come le elezioni presidenziali. Per questo Hamid Karzai è stato dichiarato Presidente.

Tre famiglie Usa hanno intentato una causa contro il presidente Afghano Hamid Karzai e le sue forze di sicurezza accusandoli di aver tradito i loro figli in occasione dell’abbattimento di un elicottero avvenuta il giorno 6 agosto 2011 in cui hanno perso la vita 30 statunitensi, 17 dei quali erano soldati Navy SEALs. Le tre famiglie accusano Karzai di corruzione per aver ricevuto tangenti dall’Iran per la morte degli statunitensi in servizio. La causa afferma che un gruppo di funzionari afghani, l’Operation Coordination Group, che approva le missioni d’attacco agli statunitensi, ha fatto filtrare dettagli ai talebani. (fonte Afghan Bios)

Corruzione

In un articolo pubblicato domenica 28 aprile 2013 sul New York Times, il giornalista Matthew Rosenberg racconta come gli Stati Uniti abbiano cercato, da più di un decennio, di “comprare” la fedeltà del presidente dell’Afghanistan, Hamid Karzai, con un sistema non propriamente legale e sicuramente non ufficiale. Rosenberg sostiene che la CIA (Central Intelligence Agency) avrebbe consegnato all’ufficio di Karzai, a cadenza mensile, quello che gli afghani chiamano “denaro fantasma”, ovvero denaro di cui non si conosce ufficialmente né la provenienza né la destinazione: lo avrebbe fatto usando diverse modalità di consegna – valigie, zaini, anche sacchetti di plastica – nel tentativo di aumentare l’influenza del governo americano nelle scelte di Karzai. Il New York Times scrive che i pagamenti al presidente afghano vanno avanti dal 2002 (e l’Iran fa lo stesso) (fonte Osservatorio Afghanistan)

Un’indagine di TOLOnews rivela che funzionari governativi di alto livello e il personale che lavora presso l’ufficio del Presidente Hamid Karzai ricevono sostanziosi “pagamenti-incentivo”, fino a raggiungere 7.000 $ al mese. Un’indagine documenta che sono stati spesi 11 milioni di Afghani (corrispondenti a 220.000 US $) in due mesi per 80 dipendenti al Palazzo Presidenziale. Il Ministero della Finanza ha rifiutato di discutere la faccenda e di fornire ulteriori dettagli, ma ha sottolineato che questi “stipendi-premio” sono prevalentemente approvati dal Presidente Karzai. (fonte Osservatorio Afghanistan)

Gli attivisti contro la corruzione e i diplomatici hanno criticato il governo di Hamid Karzai per aver assegnato un appalto petrolifero da 3 miliardi di dollari ad una società gestita da un cugino, a suo tempo incarcerato negli Stati Uniti per traffico di droga.

La Watan Oil and Gas, controllata da Rashid e Rateb Popal, noti cugini del Presidente Karzai, ha vinto il contratto per l’estrazione di petrolio in una joint venture con una società statale cinese. I suddetti cugini sono accusati di aver utilizzato fondi statunitensi, tramite altre società da loro gestite, per pagare la protezione a comandanti talebani.

Dall’indagine emerge che i fratelli utilizzavano un signore della guerra per ottenere protezione e sicurezza, il quale pagava presumibilmente ai Talebani milioni di dollari. Questo “affare” è diventato così una delle maggiori entrate dei ribelli. (fonte Osservatorio Afghanistan)

Diritti umani e civili

Afghanistan, Karzai silenzia un’altra voce scomoda. Nadery – 36 anni, master alla George Washington University, “eroe asiatico” secondo la rivista Time e “giovane leader globale” secondo il World Economic Forum del 2008 – si apprestava a pubblicare uno scottante rapporto a cui ha lavorato per tre anni: un dettagliato documento di mille pagine che prova i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità commessi negli anni ’80 e ’90 dai comandanti mujaheddin che oggi fanno parte del governo Karzai o lo sostengono in parlamento. Con tanto di indicazione di centottanta fosse comuni finora sconosciute.

Qualche dubbio sulla natura della decisione di far fuori Naderi – da anni in prima linea nel denunciare la le frodi elettorali e la corruzione del governo Karzai, gli abusi, i crimini e le appropriazioni indebite di terre da parte dei più potenti funzionari governativi – sorge dal fatto che al suo posto verrà nominato, a quanto pare, un fedelissimo del vicepresidente Muhammad Qasim Fahim: uno dei più potenti signori della guerra afgani, ritenuto responsabile di atroci crimini di guerra. “Questo è un segnale molto chiaro”, ha commentato un diplomatico occidentale al New York Times. (fonte: Osservatorio Afghanistan)

Nella macelleria afghana scocca l’ora anche per i boss del narcotraffico. E’ accaduto al Re dei Signori della droga Ahmed Wali Karzai, fratello più giovane del presidente ucciso stamane (2011).

In un paese dilaniato dalle bombe, il 2 settembre [2012] il presidente dell’Afghanistan, Hamid Karzai, ha proposto al parlamento la nomina di Asadullah Khalid a capo della Direzione nazionale per la sicurezza, i servizi segreti del paese [nomina poi effettivamente confermata, secondo afghan-bios  (20120831)].

Khalid è stato governatore della provincia di Ghazni tra il 2001 e il 2005 e della provincia di Kandahar dal 2005 al 2008 ed è in questi due ruoli che è accusato del coinvolgimento diretto o indiretto in crimini di diritto internazionale, tra cui torture e uccisioni illegali. Fedelissimo del presidente Karzai, non è mai stato chiamato a rispondere del suo operato (fonte Corriere della Sera)

Oppressione donne

“Karzai ha fatto un accordo inconcepibile vendendo le donne afghane in cambio del sostegno dei fondamentalisti nelle elezioni del 20 agosto”, ha detto Brad Adams, direttore per l’Asia di Human Rights Watch. “Alla faccia di tutte le credenziali che ha rivendicato come moderato sui problemi delle donne”. “I diritti delle donne afghane vengono violati da uomini potenti che usano le donne come pedine da manovrare per ottenere il potere”, ha detto Adams. “Leggi barbare di questo tipo avrebbero dovuto essere relegate al passato dopo il rovesciamento dei talebani nel 2001, eppure Karzai le ha fatte rivivere e ha dato loro il suo timbro ufficiale di approvazione”. (fonte Human Rights Watch)

….Mentre il Governo Karzai diventava più debole, si rivolgeva sempre più spesso ad alcuni degli elementi più conservatori della società per averne il sostegno. La Legge sullo status personale delle donne sciite (legge sulla famiglia), la più eclatante di una serie di accordi per placare i leader religiosi fondamentalisti e gli ex signori della guerra, contiene molte disposizioni che sono offensive per le donne Promulgando la legge, il presidente ha deluso le speranze che la discriminazione ufficiale e l’oppressione delle donne da parte del proprio governo fosse un ricordo del passato in Afghanistan. Per garantirsi la rielezione…Karzai non solo ha stretto rapporti con i leader sciiti più intransigenti, ma ha anche offerto prospettive di governo a ex signori della guerra e comandanti militari violenti appartenenti a tutti i gruppi etnici

Gli ultimi anni sono stati contrassegnati da una serie di sviluppi preoccupanti, come l’approvazione della Legge sullo status personale delle donne sciite del 2009 avvenuta con il sostegno del parlamento e del presidente Hamid Karzai, omicidi impuniti di leader donne e il consolidamento del potere da parte delle fazioni fondamentaliste al governo, nel parlamento e nei tribunali. Questo mese il presidente Karzai ha cercato di emanare un decreto che avrebbe ridotto il numero di posti riservati alle donne in parlamento – solo l’ultima di una serie di preoccupanti mosse del presidente Karzai per dare la priorità alle richieste delle fazioni conservatrici a scapito delle donne (al momento della stesura la formulazione del decreto non era ancora chiara). Purtroppo, non è più chiaro quale impegno il Presidente Karzai abbia nei confronti dei diritti delle donne (fonte Human Rights Watch).

Traffico oppio

Wali Karzai brillava per la fama nel controllo di traffico di oppio e derivati i cui proventi ampliavano i conti di famiglia. Hamid Karzai sapeva e nascondeva. Gli dava manforte Baaz Mohammad Ahmadi, ministro della lotta (sic) al narcotraffico del suo governo. Il lavoro di Wali era doppiamente sporco. Grazie alle personali milizie disposte nel sud del Paese riusciva a sequestrare ingenti quantità di droga che venivano immesse sul mercato internazionale con la complicità della Cia.

L’Intelligence statunitense è stata la madrina di famiglia quando, durante il governo talebano, i membri erano riparati negli Usa. Wali faceva il ristoratore a Chicago. Al rientro in patria – mentre per Hamid si aprivano ampie prospettive di sostegno che passavano per l’alta politica di Pentagono e Casa Bianca – il fratellino si dedicava al lavoro di basso profilo morale ma di altissimo lucro. Di cui si avvalevano la Cia per la chiusura degli occhi di fronte a simili commerci e affaristi statunitensi. Entrambi ricevevano una profumatissima stecca. (fonte Osservatorio Afghanistan)

Nuove accuse al presidente afgano arrivano da cablogrammi riservati della diplomazia americana, diffusi da Wikileaks e rilanciati dal New York Times. Secondo i report, Karzai, che era stato definito come un uomo “ispirato dalla paranoia”, è più volte intervenuto personalmente per far rilasciare funzionari condannati o accusati di traffico di droga. Il rilascio di prigionieri a opera di Karzai sarebbe cominciato nel 2007 durante il trasferimento dei detenuti dalla prigione di Bagram al carcere nazionale. Nel 2008, il presidente fece rilasciare 104 persone e fino alla metà del 2009 – quando è stato scritto un nuovo cablogramma – ne erano già stati rilasciati altri 45. Karzai, secondo i rapporti diplomatici, avrebbe “perdonato” cinque agenti della polizia doganale per possesso di 124 chili di eroina nascosti su un mezzo governativo fornito dagli Stati Uniti. (fonte Osservatorio Afghanistan)

La sua storia

Hamid Karzai è nato il 24 dicembre 1957 a Karz, nella provincia di Kandahar, pochi chilometri a sud del capoluogo. Suo padre, Abdul Ahmed, era il capo tribù dei Popolzai, di etnia Pashtun Durrani, ed è stato Vice Presidente del Parlamento afghano. Dopo aver frequentato le scuole superiori a Kabul ha studiato Scienze politiche e relazioni internazionali in India, all’università di Shimla, dove è rimasto sino al 1982. Nello stesso anno ha aderito al partito Jahba-e Melli-e Nihat Afghanistan diretto da Pir Sibghatullah Mojaddidi ove gli vennero assegnati incarichi nel settore dell’informazione.

Dopo la caduta del regime filo-comunista di Najibullah (1992), è entrato nel Governo Rabbani come Vice Ministro degli esteri. Alla fine del 1993 è stato arrestato da funzionari del Servizio Segreto (KhAD), diretto da Fahim Khan, per essere interrogato. Poco dopo è riuscito a fuggire in Pakistan da cui è tornato poi a Kabul. Agli inizi del 1994 ha raggiunto Kandahar dove ha appoggiato inizialmente il movimento taliban condividendone l’obiettivo di lottare contro i warlord. Successivamente se ne è distaccato perché non accettava più la loro ideologia estremista e ha svolto un ruolo attivo tra i movimenti di opposizione con base in Pakistan. Contemporaneamente ha seguito un suo percorso professionale lavorando, dal 1996 al 1999, come consulente della compagnia petrolifera statunitense UNOCAL. In tale attività ha collaborato con Zalmay Khalilzad, uno statunitense di origine afghana, attuale rappresentante di Washington all’ONU e in precedenza Ambasciatore a Kabul e a Baghdad. All’epoca la UNOCAL era impegnata, tra l’altro, in un progetto per la costruzione di un gasdotto dal Turkmenistan al Pakistan attraverso l’Afghanistan.

Alla morte di suo padre, ucciso da agenti taliban nel mese di luglio 1999 a Quetta, è diventato il capo della tribù dei Popolai e ha assunto un più deciso ruolo di opposizione al regime del mullah Omar. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, è tornato clandestinamente in Afghanistan su incarico dei Comandi statunitensi per sollevare le tribù pashtun contro il governo e in seguito ha guidato la lotta contro le milizie taliban nella Provincia di Kandahar. Al termine dei lavori della Conferenza di Bonn (26 novembre – 5 dicembre) è stato designato Presidente della Autorità ad Interim, superando Abdul Sattar Sirat (uzbeko) che sembrava favorito, e ha assunto formalmente l’incarico il 21 dicembre dello stesso anno. La designazione di Karzai è stata voluta dagli USA anche per bilanciare il peso della componente tagika dell’Alleanza del Nord nelle nuove Istituzioni. A suo favore ha pesato anche l’amicizia con Zalmay Khalilzad. L’11 giugno 2002, la Loja Jirga d’emergenza ha nominato Karzai Presidente dell’Autorità Transitoria Afghana.

Il 9 ottobre 2004 è stato eletto Presidente della Repubblica Islamica dell’Afghanistan, con le prime elezioni a suffragio universale.

Karzai si è costantemente adoperato per ottenere l’aiuto internazionale indispensabile per la ricostruzione dell’Afghanistan e ha cercato di consolidare le fragili istituzioni del suo Paese mediando tra i diversi gruppi di potere, ma senza opporsi direttamente ai warlord. Ha seguito anche una politica della mano tesa con i taliban e i seguaci di Gulbuddin Hektmayar offrendo loro la possibilità di un reinserimento nella vita civile purché essi siano disposti a riconoscere i principi stabiliti nella Costituzione e ad accettare il Governo democraticamente eletto. Negli ultimi tempi il suo ruolo si è indebolito a causa del deterioramento della situazione di sicurezza e della perdita progressiva del consenso popolare per i gravi ritardi nel processo di ricostruzione del Paese.

Nel 1999 ha sposato Zinat Quraishi, dottoressa, da cui nel gennaio 2007 ha avuto un figlio. Parla sei lingue (pashtu, dari, inglese, urdu, hindi e francese). (fonte Argoriente).

———

Dopo la presa del potere dei talebani e la fuga del presidente Ashraf Ghani, Karzai si è detto pronto ad aprire un canale di dialogo con i talebani. Il 26 agosto la Cnn ha riferito che Karzai e Abdullah Abdullah sono agli arresti domiciliari.

Ghani Ashraf

Ashraf Ghani nasce a Lowgar (Afghanistan) il 19 maggio 1949.

  • entra a far parte della Banca mondialedal 1991 al 2001
  • Ministro delle finanze da luglio 2002 a dicembre 2004
  • Cancelliere dell’Università di Kabul nel 2005
  • candidato presidenziale nel 2009 non eletto
  • Capo del processo di transizione elettorale  nel 20110
  • Consigliere senior del presidente Karzai nel 2011
  • Consigliere senior e responsabile del processo di transizione dal 2011 al 2013
  • Candidato alle presidenziali nel 2014
  • 14° presidente dell’Afghanistan dal 29 settembre 2014
  • Candidato alle presidenziali del 2019
  • il 15 agosto 2021 fugge dall’Afghanistan insieme alla sua famiglia per dirigersi negli Emirati Arabi Uniti.

Cosa si dice di lui

Corruzione

Con un tratto di penna, il presidente afghano Ashraf Ghani ha messo suo fratello nel business della cromite con un appaltatore della difesa statunitense con reputazione screditata. Ghani ha concesso a una sussidiaria SOSi, Southern Development nota anche come SODEVCO, i diritti per l’acquisto di minerale estratto artigianalmente.

Alla fine del 2019, SOS International (SOSi), una società con sede in Virginia e con collegamenti con apparati militari e di intelligence statunitensi, ha ottenuto l’accesso esclusivo a varie miniere in tutto l’Afghanistan. Come parte dell’accordo, la famiglia di Ghani ha ottenuto qualcosa in più. Un’indagine OCCRP ha scoperto che il fratello del presidente, Hashmat Ghani, possiede una partecipazione significativa in Southern Development, che gestisce un impianto di lavorazione dei minerali alla periferia di Kabul. La concessione rappresenta un conflitto sia per il leader afghano che per il governo degli Stati Uniti. “Entrare in questa relazione in Afghanistan, un paese con una reputazione diffusa per la corruzione, e ottenere vantaggi unici da essa, è sospetto”, ha detto Jessica Tillipman, assistente decano del Government Procurement Law Program presso la George Washington University.

I talebani e gli altri gruppi armati hanno combattuto sia contro il governo centrale che tra di loro per il controllo delle miniere, usandolo per finanziare le loro insurrezioni. Persino l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump desiderava l’oro, il litio, l’uranio e le altre ricchezze minerali dell’Afghanistan. Nel 2017, Trump è stato convinto a mantenere le truppe nel paese da Ashraf Ghani, che gli ha fatto prospettare la possibilità di contratti minerari per le società americane. (fonte: OCCRP (Organized Crime and Corruption Reporting Project)

Diritti umani

Nel dicembre 2016 il presidente afghano Ashraf Ghani ha promesso di proteggere i diritti dei difensori e degli attivisti dei diritti umani. “La protezione dei difensori dei diritti umani è di esclusiva responsabilità del mio governo e dei suoi rami legislativi e giudiziari”, ha dichiarato in una conferenza dell’AIHRC. Lungi dal mantenere questo impegno, il governo stesso è stato responsabile di intimidazioni, molestie e minacce contro i difensori e gli attivisti dei diritti umani. Nel giugno 2016 le autorità afghane hanno represso con un eccesso di forza una protesta contro le vittime civili nel conflitto che si svolgeva nella piazza Zanbaq di Kabul. Uno degli organizzatori ha detto ad Amnesty International che in una precedente protesta era stato contattato dall’ufficio del Presidente per essere avvertito di sgombrare le tende dei manifestanti perché potevano essere “sotto attacco” da gruppi armati – cosa che ha interpretato come una minaccia. Nel maggio 2017, in vista della presa in esame del problema della tortura in Afghanistan da parte dell’Onu, un gruppo della società civile è stato costretto a rimuovere dal suo “rapporto ombra” i nomi degli alti funzionari governativi che vi erano menzionati. (fonte Osservatorio Afghanistan)

L’offerta di Ghani che il suo paese aderisca al Consiglio dei diritti umani è stata minata dallo scarso rendimento del suo governo dinanzi al Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura ad aprile. I membri del comitato hanno criticato la delegazione afghana sul ben documentato fallimento del governo nel frenare la tortura. Un membro del comitato ha chiesto esplicitamente al procuratore generale dell’Afghanistan, Farid Hamidi, cosa stesse facendo il governo riguardo al generale Abdul Raziq, il cui nome è diventato sinonimo di tortura sistematica, esecuzioni extragiudiziali e sparizioni forzate. Raziq è il capo della polizia di Kandahar, e il comitato ha preso atto di numerose segnalazioni di detenuti a Kandahar che hanno accusato torture o maltrattamenti, tra cui “soffocamento, schiacciamento dei testicoli, acqua pompata con forza nello stomaco e scosse elettriche”.

Nonostante la dichiarazione di Ghani del 2015 di porre fine alla tortura nel paese, i dati di Unama (Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan) indicano che essa è in aumento, le sue statistiche dimostrano che il 39% dei detenuti della polizia e dell’agenzia di intelligence sono torturati in custodia.

L’appassionata retorica sui diritti umani di Ghani è molto insufficiente nella pratica. Gli afgani non prenderanno sul serio Ghani sulla protezione dei diritti finché non inizierà a colmare il divario enorme tra retorica e realtà adottando misure significative per porre fine alla tortura sistematica e ritenendone responsabili la polizia e le altre forze di sicurezza. (fonte Human Rights Watch)

Ancora nessuna salvaguardia per fermare la tortura in Afghanistan. Sono passati cinque anni da quando il presidente afghano Ashraf Ghani ha annunciato che il suo governo “non avrebbe tollerato la tortura”. Se così fosse, l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite non sarebbe necessario. Invece, il rapporto documenta l’incapacità del governo di attuare anche le più elementari salvaguardie contro la tortura e altri maltrattamenti in Afghanistan. Ciò che è chiaro è che il governo ha svolto poche indagini e procedimenti giudiziari contro la polizia e altro personale delle forze di sicurezza accusati di ricorrere alla tortura contro i detenuti, nonostante le modifiche al codice penale rendano la tortura un crimine. (fonte ECOI (European Country of Origin Information Network)

Talebani e signori della guerra

Il 22 settembre 2016 è stata firmata una bozza di accordo di pace tra il governo di Ashraf Ghani e il movimento Hezb-e-Islami (Hia) guidato dall’oggi quasi 70enne Gulbuddin Hekmatyar, meglio noto come “il macellaio di Kabul”.

Le foto che circolano sui social media mostrano Haji Mali Khan, Hafiz Rashid e Anas Haqqani, tre autorevoli esponenti dei Talebani, pronti a uscire dalla prigione. In cambio del rilascio dello statunitense Kevin King, 63 anni, e dell’australiano Timothy Weeks, 50, due docenti della American University of Afghanistan sequestrati a Kabul nel 2016. Un boccone amaro, una scelta «difficile ma necessaria», l’ha definita ieri il presidente Ashraf Ghani annunciando lo scambio di prigionieri in diretta televisiva. Assicura che servirà a favorire la pace e il negoziato diretto con i Talebani, che finora hanno preferito parlare con Washington – arrivando quasi alla firma di un accordo – , non con Kabul.  (13-11- 2019) (fonte Il manifesto)

Il presidente afghano Ashraf Ghani, dopo essersi opposto per giorni, ieri ha firmato un decreto che autorizza il rilascio di 1.500 detenuti talebani (marzo 2020). Sono meno di un terzo dei 5mila di cui gli studenti coranici invocano la liberazione. (fonte Osservatorio Afghanistan)

In un’intervista a Vice News, Ghani ha affermato che “il suo cuore si spezza per i talebani”. Ha inoltre affermato che “i talebani sono afghani ed lui è il presidente di tutti gli afgani”. Ashraf Ghani ha anche affermato di essere disposto a offrire passaporti afgani ai talebani e a riconoscerli come un gruppo politico legittimo in Afghanistan, come tentativo di concludere un accordo di pace con loro.

Nel marzo 2021, nel tentativo di far avanzare i colloqui di pace, Ghani ha espresso la sua intenzione di convincere i talebani a tenere nuove elezioni e consentire la formazione di un nuovo governo attraverso un processo democratico. (fonte Wikipedia)

La sua storia

Ghani è nato il 19 maggio 1949 nella provincia di Logar in Afghanistan. Appartiene alla tribù Ahmadzai Pashtun. Come studente di un programma di scambio all’estero, Ashraf ha frequentato la Lake Oswego High School a Lake Oswego in Oregon; si è laureato nel 1967. Inizialmente voleva studiare legge ma poi ha cambiato la sua specializzazione in Antropologia culturale. Ghani ha frequentato l’università americana di Beirut dove ha conseguito la laurea nel 1973 e, successivamente, ha frequentato la Columbia University, dove ha conseguito il master nel 1977 e un dottorato di ricerca nel 1983. Ha incontrato la sua futura moglie Rula mentre studiava là.

Dopo la laurea ha prestato servizio presso la facoltà dell’Università di Kabul (1973-1977) e dell’università di Aarhus in Danimarca (1977). Dopo il dottorato di ricerca è stato invitato a insegnare all’Università di California a Berkeley nel 1983, e poi alla Johns Hopkins University dal 1983 al 1991. Ha anche frequentato l’Harvard – INSEAD e la World Bank – stanford Graduate School of Business. La sua ricerca accademica riguardava la costruzione dello stato e la trasformazione sociale. Nel 1985 ha completato un anno di ricerca sulle madrasse pakistane come Fulbright Scholar recandosi sul posto.

È entrato a far parte della Banca mondiale nel 1991, lavorando a progetti nell’Asia orientale e meridionale durante la metà degli anni ’90.

Tornato in Afghanistan dopo 24 anni nel dicembre 2001, Ghani ha lasciato i suoi incarichi presso le Nazioni Unite e la Banca mondiale per unirsi al nuovo governo afghano come consigliere principale del presidente Hamid Karzai il 1° febbraio 2002.

Dopo aver lasciato l’Università di Kabul, Ghani ha co-fondato l’Institute for State Effectiveness con Clare Lockhart, di cui era presidente.

Ghani è stato indicato come candidato a succedere a Kofi Annan come Segretario Generale delle Nazioni Unite alla fine del 2006 in un articolo in prima pagina sul Financial Times, è stato citato anche da Carlos Pascual della Brookings Institution, che ha elogiato “l’enorme intelletto, talento e capacità” di Ghani.

A differenza di altri grandi candidati, Ghani ha chiesto alla diaspora afghana di sostenere la sua campagna e fornire sostegno finanziario. Nominò Mohammed Ayub Rafiqi come uno dei suoi vicepresidenti candidati, e pagò il noto capo stratega della campagna di Clinton, James Carville, come consigliere della campagna. I risultati preliminari hanno posizionato Ghani al quarto posto ottenendo circa il 3% dei voti.

Dopo aver annunciato la sua candidatura per le elezioni del 2014, Ghani ha contattato il generale Abdul Rashid Dostum, un importante politico uzbeko ed ex ufficiale militare nel governo di Karzai, e il danese Sarwar, un di etnia Hazara, che ha anche servito come ministro della Giustizia nel gabinetto di Karzai, come suoi candidati alla vicepresidenza.

Dopo che nessuno dei candidati è riuscito a ottenere più del 50% dei voti al primo turno delle elezioni, Ghani e Abdullah Abdullah, i due primi classificati al primo turno, si sono sfidati al ballottaggio, che si è tenuto il 14 giugno 2014.

I primi risultati delle elezioni di ballottaggio hanno mostrato Ghani come il favorito in modo schiacciante. Tuttavia, le accuse di frode elettorale si sono tradotte in una situazione di stallo, minacce di violenza e la formazione di un governo parallelo da parte del campo del suo avversario, Abdullah Abdullah. Il 7 agosto 2014 il Segretario di Stato americano John Kerry è volato a Kabul per mediare un accordo per la formazione di un governo di unità nazionale con un nuovo ruolo di amministratore delegato che avrebbe svolto funzioni significative all’interno dell’amministrazione del presidente. Dopo una verifica durata di tre mesi, con la supervisione dalle Nazioni Unite e con il sostegno finanziario degli Stati Uniti, la Commissione elettorale indipendente ha annunciato Ghani come presidente dopo che ha accettato un accordo di unità nazionale. Inizialmente la commissione elettorale ha detto che non avrebbe annunciato formalmente risultati specifici. Successivamente ha rilasciato una dichiarazione in cui si affermava che Ghani è riuscito a ottenere il 55,4% e Abdullah Abdullah il 43,5%, sebbene abbia rifiutato di rilasciare i risultati del voto individuale.
Nel settembre 2019, un’esplosione vicino a una manifestazione elettorale alla quale partecipava il presidente Ashraf Ghani ha ucciso 24 persone e ne ha ferite altre 31, ma Ghani è rimasto illeso.

Nel 2015, un sondaggio condotto dal canale di notizie afgano TOLO News ha mostrato che la popolarità di Ashraf Ghani in Afghanistan era diminuita drasticamente, con solo il 27,5% degli intervistati che si dichiarava soddisfatto della sua leadership.

Ghani è stato rieletto nelle elezioni presidenziali del 28 settembre 2019 ma è stato annunciato vincitore, dopo un lungo processo, nel febbraio 2020 e ha prestato giuramento per un secondo mandato il 9 marzo 2020. (fonte Wikipedia)

————-

Quando i talebani prendono il controllo il 15 agosto 2021, Ghani lascia immediatamente l’Afghanistan con la moglie e due stretti collaboratori per trovare poi rifugio negli Emirati Arabi Uniti. Le Nazioni Unite hanno rimosso il nome di Ghani dalla lista dei capi di stato il 15 febbraio 2022. Nel maggio 2022, l’ispettore generale speciale per la ricostruzione dell’Afghanistan (SIGAR) ha pubblicato un rapporto sul crollo dell’esercito nazionale afghano (ANA) e del governo afghano. Il SIGAR ha descritto Ghani come un “presidente paranoico … spaventato dai suoi stessi connazionali” e che molti dei licenziamenti di Ghani di alti generali militari “hanno minato il morale” dell’ANA. Il rapporto SIGAR riportava anche che Ghani temeva che gli Stati Uniti stessero “tramando un colpo di stato” contro di lui. (fonte Wikipedia)

 

credit foto: original author: Mueller /MSC – Questo file è stato ricavato da un’altra immagine – Creative Commons Attribution 3.0 de

Barakzai Shukria

Shukria Barakzai è nata a Kabul nel 1970 ed è stata ambasciatrice della Repubblica islamica dell’Afghanistan in Norvegia.

  • Indicata da RAWA come reazionaria e antifemminista
  • Vicina ai signori della guerra (fonte RAWA)

Nel 2005 Barakzai e il marito Abdul Ghafar Daw tentano l’ingresso in politica e lei viene eletta. Daw diviene uno dei dirigenti della Kabul Bank, che, nel 2010, si scopre essere la cassa di riferimento della mafia locale, finendo per perdere centinaia di milioni di dollari. Oltre a Daw, vengono coinvolti anche dei fratelli del Presidente Karzai e il Vice Presidente della Repubblica, Qasim Fahim .

Nel frattempo, nel 2006 Barakzai e Daw ottengono il monopolio del rifornimento di carburante per dieci aeroporti afghani.

Nel 2015 lei è protagonista di uno scandalo: in seguito alla morte del mollah Omar, uno dei misogini e reazionari leader talebani, si è presentata in Tv vestita di nero e ufficialmente in lutto per l’evento.

———–

Il 24 agosto 2021 Barakzai è stata evacuata da Kabul ed è giunta in Gran Bretagna.

Afghani Jamila

Jamila Afghani è nata a Kabul nel 1976.

  • Una delle figure, secondo RAWA, più legate politicamente a Hekmatyar, il “macellaio di Kabul”
  • Vicina ai fondamentalisti e impegnata nell’istruzione islamica delle donne

Seconda moglie di un professore di legge islamica, la Afghani è legata al sanguinario partito di Hekmatyar, ed è stata una delle prime donne a incontrarlo. È una seguace dell’approccio religioso waabita, in nome del quale ha promosso delle campagne per permettere alle donne di pregare nelle moschee (separate dagli uomini) e per aprire scuole coraniche per le ragazze.

La critica mossa dalla dissidenza in merito sostiene che avvicinare le donne al fondamentalismo sia un modo per indottrinare più facilmente anche i bambini.
Afghani svolge la sua attività religiosa a livello internazionale; in Occidente ha ricevuto diversi riconoscimenti in merito, tra cui il Global Leadership Prize nel 2015 da parte della Fondazione svedese Tallberg.

Afghani ha fondato un’organizzazione, Noord Educational and Capacity Development Organization (NECDO), che si occupa di raccogliere fondi per la costruzione delle madrase (scuole coraniche).
È stata appuntata Ministro del Lavoro, degli Affari Sociali, dei Martiri e dei Disabili.

————

Dall’agosto 2022 vive in Canada.