Dopo la presa del potere da parte dei talebani, la raccolta di notizie in Afghanistan da parte dei media locali è pressoché inesistente. Migliaia di giornalisti afgani, tra cui centinaia di donne i cui volti erano noti, sono stati bersaglio immediato della rappresaglia delle milizie talebane, costringendo molti di loro alla clandestinità o alla fuga.
Nella classifica mondiale sulla libertà di stampa di Reporters Sans Frontières del 2020, l’Afghanistan era al 122° posto tra 180 paesi e nella mappa globale di Freedom House era classificato come paese non libero.
Già nel precedente governo di Ashraf Ghani però, si era tentato di limitare il lavoro indipendente dei reporter con una proposta di legge che avrebbe voluto obbligare alla rilevazione delle fonti. Proteste da parte delle categorie coinvolte avevano bloccato il tentativo di ingerenze dell’autorità, giustificato dal timore di ritorsioni. La situazione oggi si è ulteriormente aggravata.
Il 20 luglio 2022 Unama ha pubblicato un rapporto sui diritti umani in Afghanistan nel quale, a proposito di informazione, si legge: “Nei 10 mesi trascorsi da quando hanno preso il controllo dell’Afghanistan, le autorità de facto hanno chiarito la loro posizione sui diritti alla libertà di riunione pacifica, alla libertà di espressione e alla libertà di opinione. Hanno limitato il dissenso reprimendo le proteste e limitando la libertà dei media, anche arrestando arbitrariamente giornalisti, manifestanti e attivisti della società civile e imponendo restrizioni ai media”. Sempre secondo il rapporto Unama, sono stati colpiti 173 giornalisti e operatori dei media, 163 dei quali sono stati attribuiti alle autorità de facto. Tra questi vi sono stati 122 casi di arresto e detenzione arbitrari, 58 casi di maltrattamento, 33 casi di minacce e intimidazioni e 12 casi di detenzione. Durante il primo anno di regime sono stati uccisi anche sei giornalisti (cinque da parte dell’ISIS-K, uno da autori sconosciuti).
Il Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ) l’11 agosto 2022 ha pubblicato un report in cui viene denunciata la situazione dell’informazione in Afghanistan a un anno dalla presa del potere da parte dei talebani. Censure, arresti, aggressioni, restrizioni alle donne giornaliste, fuga di giornalisti esperti hanno ridotto in modo allarmante la libertà di informazione.
Il Rapporto di Human Rights Watch del 2023 nella sezione Eventi 2022 – Libertà di stampa e parola, a proposito della libertà dei media e dell’informazione dichiara: “Le autorità talebane hanno attuato un’ampia censura e messo in atto restrizione e violenze contro i media afghani a Kabul e nelle province. Centinaia di media sono stati chiusi e si stima che l’80% delle giornaliste in tutto l’Afghanistan abbia perso il lavoro o lasciato la professione dalla presa del potere da parte dei talebani nell’agosto 2021”.
Attualmente la situazione è peggiorata. I giornalisti e le giornaliste afghani che vogliono restare nel loro paese e non andare via devono essere aiutati, perché l’evacuazione non può essere la soluzione. Le minacce che provengono dal regime talebano repressivo e rigido non possono impedire che esca la verità su ciò che sta accadendo nel paese. A tale proposito abbiamo raccolto la testimonianza di chi dall’interno resta e continua a resistere.
Ci sono ancora emittenti radiofoniche o televisive che trasmettono a livello nazionale? Se sì, quanti e quali sono?
Sebbene molti canali radiofonici e televisivi siano stati chiusi dopo la presa del potere da parte dei talebani, molti sono ancora operativi. Naturalmente, c’è una severa censura imposta dai talebani e molti giornalisti, conduttori di notizie ed editori sono stati arrestati e minacciati. Pertanto, tutti i media sono molto attenti ai loro rapporti.
Che tipo di programmi vengono trasmessi, e in che lingua?
La maggior parte dei programmi di intrattenimento sono stati chiusi. Non viene messo in onda alcun film o serie, anche se a tema religioso. In passato venivano messe in onda molte soap opera dalla Turchia e dall’India tradotte in dari e pashto. La TV nazionale sta agendo secondo l’agenda dei talebani. Ma ora sono vietati.
I telegiornali possono trasmettere immagini?
Sì, i telegiornali trasmettono immagini, ma invece la maggior parte delle immagini dai cartelloni pubblicitari e dai negozi della città sono state rimosse.
È vero che non si possono più fare foto o video?
Ufficialmente, non è vietato. Diversi gruppi di talebani agiscono secondo i loro metodi. Mentre alcuni gruppi fermano le persone, controllano i loro telefoni cellulari e cancellano immagini e video, mentre altri gruppi non se ne preoccupano.
Ci sono giornaliste che possono lavorare? Dovrebbero coprirsi completamente?
Alla maggior parte delle giornaliste donne è vietato apparire sugli schermi televisivi, e poche appaiono, ma devono seguire rigorosamente gli le imposizioni dei talebani sull’hijab. Devono vestirsi di nero dalla testa ai piedi e persino indossare una maschera nera. Solo i loro occhi sono visibili.
Ci sono giornali o stampa clandestina?
Alcuni giornali e canali televisivi operano dall’estero, mentre hanno i giornalisti segreti all’interno dell’Afghanistan o acquistano la maggior parte del materiale dalle agenzie di stampa internazionali. Usano anche il materiale dei social media, condiviso dai netizens all’interno del paese.
Che tipo di media utilizza il regime talebano per la sua propaganda?
La TV e la radio nazionali.