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Autore: Patrizia Fabbri

Emergenza Covid

L’emergenza Covid ha portato con sé gravi conseguenze finanziarie in tutto il mondo. Mentre molti paesi avanzati sviluppano i loro piani per affrontare questa crisi, il governo afghano non ha avviato nessuna iniziativa significativa per aiutare la popolazione.

La maggioranza della popolazione afghana ha sofferto per i problemi correlati alla quarantena in quanto lavoratori a giornata, donne e bambini non hanno potuto svolgere le piccole attività che permettevano loro di sopravvivere.

Le attività promosse da Hawca

Considerando questo problema fondamentale, Hawca con il sostegno dei suoi donatori ha iniziato una distribuzione di cibo d’emergenza per le famiglie più vulnerabili. Cisda ha reagito immediatamente alla situazione inviando ad Hawca i contributi necessari al sostegno d’emergenza di numerose famiglie. Il pacco alimentare conteneva 50 kg di farina, 10 kg di riso, fagioli, 5 litri di olio, 4 litri di disinfettante, prodotti per l’igiene personale e mascherine di protezione.

La lista dei beneficiari è stata creata realizzando un’indagine per identificare le donne maggiormente a rischio e le loro famiglie. Per la sicurezza dello staff e delle donne, i pacchi sono stati consegnati a domicilio e sono state documentate le consegne con foto. Questa distribuzione ha fatto sì che le famiglie potessero avere sufficiente cibo e detergenti per i successivi 2-3 mesi.

Il risultato di questa distribuzione alimentare è consistita in:

  • Protezione dal Covid-19
  • Prevenzione della malnutrizione di donne e bambini
  • Prevenzione di diverse forme di abuso e violenza
  • Diffusione di informazioni e consapevolezza sull’epidemia Covid-19 e su altre questioni sanitarie

In Afghanistan acquistare grandi quantità di merci consente di ottenere prezzi ridotti, per cui i fondi ricevuti hanno permesso di aiutare in tutto 500 famiglie. Hawca ha investito complessivamente 31.101,00 euro, di cui 10.000 donati Cisda, 20.000 da KNH (Kindernothilfe) e i restanti 1.101 da Hawca.

Le attività promosse da OPAWC

Il progetto di educazione sanitaria di prevenzione del Coronavirus con distribuzione gratuita di mascherine ha trovato l’adesione della popolazione più povera e a rischio.

Lavoratori di strada, donne e bambini che si sono rivolti ai Centri sanitari di Opawc a Kabul e a Farah (al confine con l’Iran, una delle zone più colpite) hanno ricevuto le 80.000 mascherine autoprodotte dalle attiviste di Opawc.

L’attività ha raggiunto anche la provincia di Nangarhar, attraverso il Vocational Training Center che l’associazione gestisce in quell’area al confine con il Pakistan

Vocational Training Center

Il progetto promosso da OPAWC, COSPE e CISDA è stato finanziato da Regione Toscana, Nomad e SAWA (Support Association for the Women of Afghanistan Australia).
Ha avuto inizio nel 2007 con un finanziamento di 60.000 euro. Il progetto prevedeva un corso di alfabetizzazione per adulte e di avviamento professionale.

Tipografia

Inaugurata nel 2012 la tipografia è stata realizzata in collaborazione con Hawca, ICS e CISDA e finanziata per un biennio da MAE (800.000 euro). La tipografia comprendeva il corpo uffici, la camera oscura per la preparazione delle lastre, il corpo fabbrica con le macchine da stampa, le macchine piegatrici, le taglierine e la mensa per i lavoratori. La tipografia occupava circa una dozzina di dipendenti.

La tipografia autofinanziava il Centro culturale e lo Shelter.

Sostegno alle vittime della frana dell’aprile 2014

ll 2 maggio 2014 una frana ha inghiottito la maggior parte del villaggio di Abi Barik nella provincia di Badakshan nell’Afghanistan nord-orientale dove circa 2.500 persone sono rimaste sotto metri di acqua, fango e sporcizia.

CISDA con l’associazione “Insieme si Può” di Belluno hanno inviato fondi ad “Hambastagi Solidarity Party of Afghanistan” che si era mobilitato per portare soccorsi alle vittime e ai sopravvissuti alla catastrofe.

I fondi sono stati raccolti con una sottoscrizione di privati.

Progetto sapone

Nel 2012 è stato realizzato un video, sottotitolato in Dari, che illustrava tutte le fasi di realizzazione del sapone.

Sono stati poi acquistati i relativi attrezzi: bilancini, termometri, frullini per dare la possibilità alle donne dello shelter di realizzare il sapone. Il progetto promosso da HAWCA e CISDA è stato finanziato da privati.

Hamoon Health Center

Il Centro sanitario di Farah, città dell’Afghanistan occidentale, è stato avviato nel 2010 e ha operato grazie al finanziamento di Opera San Francesco di Milano.

L’ospedale Hamoon forniva cure gratuite e medicine a persone indigenti. Si trattava di un piccolo centro sanitario con due medici principali: un ginecologo infermieristico e uno specialista medico e infantile che curavano complessivamente più di 120 pazienti al giorno. Era fornito di una ambulanza attrezzata per arrivare ai villaggi periferici e remoti dove ci sono pazienti che non potrebbero raggiungere la città.

Era stato aperto un laboratorio di analisi alimentato da pannelli solari ed il Centro era stato dotato anche di un ecografo per controllare le gravidanze.

Le severe limitazioni imposte dai talebani, che vietano alle donne di viaggiare a più di 77 km da casa senza un tutore maschio, hanno fatto sì che molte donne dei distretti più remoti siano state scoraggiate dal cercare assistenza per i loro problemi di salute.

Quasi la metà delle donne visitate riferiva ai medici della morte di uno o più membri della famiglia uccisi in guerra manifestando sintomi significativi di disturbi da stress post-traumatico, depressione e ansia. Anche le condizioni economiche di estrema povertà di queste persone sono state riconosciute come uno dei principali motivi della richiesta di assistenza in questa provincia.

Per questo motivo Opawc ha deciso di chiudere la clinica di Farah e di sostituirla con un team mobile di medici per aiutare le donne impossibilitate a raggiungere un presidio sanitario lontano.

Vai al progetto Clinica Mobile per ulteriori approfondimenti.